Scontro tra bolliti?

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Nuova veste grafica e nuovo nome...e con questo vi do il benvenuto su quello che si ripropone d'essere un blog di cucina tremendista.
Si perchè, come al Toro, anche alla cucina si può senza paura di inadeguatezza, accostare il termine tanto caro ai tifosi granata.
Tremendismo è il giocatore o la squadra che magari pur non vincendo grappoli di trofei, costituisce osso durissimo per qualsiasi avversario. Una squadra, quella tremendista, fatta di orgoglio, rabbie leali,capacità aggressive, mai vinta, temibile in ogni occasione, soprattutto quando la compagine è di rango.


Tremendismo, un termine che da quando è stato adottato è riuscito a creare invidie di cui andiamo orgogliosissimi. Perchè come diceva Giovanni Arpino "..anche di neologismi si vive, non solo di pane e coppe".
Anche la cucina, quella semplice ma sincera, fatta dalla gente per la gente, scevra da meccanismi riconoscitivi come stelle Michelin o forchette di più italico conio, può quindi regalare emozioni e specialmente per questo rientrare a pieno nello spirito tremendista.
A molti di voi sarà sembrato alquanto scontato il titolo di questo post, infatti alla previgilia dello scontro con la compagine scaligera, unica squadra ancora priva di vittorie in tutta Europa, l'accostamento tra la drammatica situazione in cui versano i veronesi e le penose prestazioni espresse dai granata darebbe facile adito a considerazioni inerenti il grado di cottura di giocatori ( e allenatore! ) dopo appena due partite dal giro di boa.
Siccome però, il tifoso torinista è per antonomasia ostinato nel suo amore sproposititato verso la maglia e la speranza è l'ultima a morire....i bolliti di cui vi parlerò oggi non sono quelli che vestiranno pantaloncini e calzettoni tra due giorni, bensì quelli che potreste trovarvi ad assaporare visitando il capoluogo piemontese o perchè no, recandovi  sulle rive dell'Adige.
Per quel che riguarda quello "Piemontese" c'è una vera è propria "confraternita" , con sede a Guarene , paese di circa 3500 anime del cuneese, che da tempo immemore ne custodisce e difende i dogmi.
7 devono essere i tagli di carne, così come gli ammennicoli o le frattaglie tutto accompagnato con altrettante verdure e da almeno cinque salse obbligatoriamente artigianali come quella verde, quella di pomodoro e acciughe, al miele, senape e mostarda d'uva. Per la preparazione vi rimando alla pagine ufficiale della "Confraternita del bollito e della Pera Madernassa".



Questo piatto fa parte della più profonda tradizione domenicale piemontese, quella che trova origine sulle tavole della provincia "Granda" ( Cuneo ) e si diffonde fin sul Valentino , così come di costume culinario si deve parlare se si prende in considerazione il bollito veronese con la "Peara".
Di più limitata varietà di carni, solo 5 contro le 7 di quello piemontese, il bollito veneto si caratterizza dalla tipica salsa d'accompagnamento fatta con pane raffermo e grattugiato, brodo, midollo di bue e pepe che, vi assicuro regala un contrasto organolettico entusiasmante. Nel mio ultimo viaggio nella bella Verona ho potuto regalarmi , accompagnato da buongustai autoctoni, un'esperienza indimenticabile, sedendomi in uno dei più storici locali scaligeri l' Osteria da Ugo. Consigliatissima.


il bollito di "Ugo" con la tradizionale peara


A questo punto , tornando sul piano calcistico e volendolo associare con quello gastronomico, verrebbe da ben sperare vista l'indubbia superiorità del bollito granata su quello giallo/blu ma come si sa...la palla è rotonda e ...i gusti son gusti!

D'obbligo un buon bicchiere di vino rosso. Un buon barbera d'Alba, nettare delle Langhe o un classico valpolicella Ripasso.




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