Tempo di " TEMPORARY"

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Una volta era " l'interinale" e si trattava di un disoccupato che per forza di cose rimbalzava come una pallina da tennis tra un'azienda e l'altra prestando i suoi servigi a tempo determinato.Ora che in tempo di crisi (frase oramai divenuta praticamente unica parola) sarebbe banale usare questo aggettivo, gli ammmericani che ogni tanto ci regalano perle da aggiungere al nostro vetusto dizionario, ci hanno omaggiato del termine "temporary", cioe' " a tempo".
La penisola e' quindi tutto un fiorire di "temporary store", "temporary museum", mentre oltre oceano con grande gioia dei piu' blasonati luoghi di culto gastronomici , nascono i "temporary restaurant", dove abili cuochi comprando tutto l'occorrente su internet o all'Ikea , installano velocissimi ristoranti, dove per cifre abbordabili ai piu', si possono gustare piatti ricercati , immersi in ambienti studiati da designers in ascesa.Unica condizione: l'eventuale aiuto del cliente nello sparecchiare e la limitata scelta dei vini. Il magazzino infatti non e' ammesso.
Ma si sa , il nuovo oramai arriva dall'oriente, come ci inculcano trasmissioni culto tipo "Unomattina" , "I fatti vostri" o "Pomeriggio cinque". E allora che cosa hanno inventato questi simpatici maniaci della fotocamera e del pesce avvolto nel riso( si perche' il sushi null'altro e')?
"Temporary restauran"
" Ma ValentinoMazzola" ti sei rincoglionito? ne hai appena parlato tre righe piu' in su, ricordi? quelli americani"
Si si, ma quelli sono altri.
I Giapponesi hanno colto forse l'aspetto piu' puro e ludico di questa nuova frontiera della ristorazione, infatti nei loro locali a tempo, si puo', anzi si deve, affittare una delle piccole ma attrezzatissime cucine, dove prima di unirsi con gli altri commensali, ci si inerpica sulle piu' alte cime della preparazione culinaria, portando da casa gli ingredienti o nei casi eccezionali facendo scorta di tutto il necessario nel "temporary market" annesso.
E allora, vai di sfide all'ultima goccia( di salsa di soia) tra gruppi di amici o tra perfetti sconosciuti che per una sera decidono di non farsi servire da camerieri ma di organizzare li' quella cena che per motivi di spazio non avrebbero mai potuto preparare a casa loro.
Anche da noi , potrebbe essere un giusto compromesso tra qualita' e costi, e un modo di riscoprire , malgrado tutto, come certi momenti di difficolta' possano fare ri-albeggiare nelle persone , aspetti ormai sopiti da un consumismo che ci ha illuso e che ci sta' presentando il salato conto.

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